Noi e gli altri


Questa pagina raccoglie alcuni elaborati scritti da noi durante quest'anno su alcuni argomenti particolarmente importanti che riguardano il nostro modo di rapportarci agli altri e vivere nella società. Abbiamo affrontato il tema dell'importanza del gruppo, abbiamo poi parlato dei pericoli del bullismo e del razzismo.

Kekka, Santinu S.

L'io e il gruppo



Questo per noi è stato un anno particolare perché ci siamo trovati a vivere la nostra prima  esperienza nella scuola media con nuovi compagni di classe. All'inizio abbiamo avuto qualche difficoltà ad ambientarci, soprattutto perché non ci conoscevamo bene tra noi. Proprio per questo una delle attività che abbiamo fatto è stata quella di scrivere dei testi su cosa poteva aiutarci a creare un gruppo classe unito. Qua sotto proponiamo alcuni di questi elaborati.

Kekka, Santinu S.



Il gruppo classe è fondamentale per noi ragazzi, perché ci aiuta a lavorare bene e a saperci confrontare. Quando il gruppo non è unito si creano dei sottogruppi e per fortuna non è il nostro caso. Non è facile far parte di un gruppo perché bisogna non solo essere simpatici ma anche capaci di altre cose come, per esempio, i ragazzi più bravi devono aiutare quelli che lo sono meno e cercare di non litigare per minime cose perché si può sembrare antipatici e arroganti. Occorre sapersi prendere le proprie responsabilità e non dare sempre la colpa agli altri. Un'altra cosa che aiuta a creare un bel gruppo è saper giocare nei giochi di squadra e accettare anche di perdere e, infine, bisogna imparare a confrontare le proprie idee per raggiungere un obiettivo comune. Il nostro gruppo è come una famiglia, la scuola non rappresenta solo il luogo dove acquisire delle nozioni ma è un posto dove si impara a crescere e diventare grandi. Noi impariamo dagli altri e gli altri imparano da noi. Tutte queste cose, secondo me, ci aiutano a essere un gruppo unito e bello come il nostro, dove ci auguriamo che nessuno venga mai escluso.

Mario S.


Essere un gruppo significa saper "convivere" con le altre persone, cercando di rispettarle e accettando le opinioni diverse dalle nostre. Essere un gruppo significa anche essere gentili e quando una persona è in difficoltà aiutarla e cercare di trovare una soluzione assieme. Questo non è facile, perché ognuno di noi ha un carattere diverso e si creano incomprensioni e litigi. A volte succede che nascano discussioni stupide per gelosie e a volte non si va proprio d'accordo. Il bello dei gruppi è che, nonostante tutte le incomprensioni, ci si aiuta e si è sempre pronti ad ascoltarci. Per essere un gruppo unito, alla fine, non servono tante cose, basta solo il rispetto e l'impegno di accettarsi per quello che si è, a prescindere da tutte le differenze che si possono avere: basta solo la voglia di stare bene insieme.

Asia T., Niccolò P.


Essere un bel gruppo non è una cosa facile. Spesso in alcuni gruppi capita che vengano escluse alcune persone per i motivi più diversi, perché sono di un altro paese, perché hanno malformazioni o malattie, perché uno è bravo a scuola o perché non lo è. Tutte queste cose a mio parere sono ingiuste perché in fondo siamo tutti uguali. Ci sono alcune cose, a parer mio, che possono aiutare come per esempio cercarsi di più e passare più tempo insieme, essere più aperti, non escludere nessuno, difendersi e aiutarsi a vicenda.

Luca G. 


Un amico può essere alto, basso, grasso, magro avere la pelle scura o chiara, ma per costruire una vera amicizia occorre una sola cosa: l'amore al prossimo. L'amicizia può essere creata da due persone, ma tante amicizie legate tra loro formano un gruppo: il "gruppo dell'amicizia". Questo vale non solo per noi bambini, ma anche per gli adulti come i miei genitori che hanno tanti amici e tutti insieme formano un gruppo. Il gruppo di cui faccio parte è composto dai miei coetanei. Con loro vado a mangiare la pizza, esco in giro e gioco. Per creare delle vere amicizie all'interno del gruppo occorre rispettarsi, aiutarsi e volersi bene. Per me essere in un gruppo di amici è molto importante. Se non avessi avuto amici con chi mi sarei potuto confidare? Con chi avrei riso o giocato? Quindi io e i miei amici siamo fortunati a essere uniti perché non tutti sono come noi. Tutti abbiamo bisogno di una vera amicizia.

Tommaso P.

Il bullismo


Il fenomeno del bullismo esiste da tantissimo tempo e negli ultimi anni se ne sente parlare spesso. In classe abbiamo affrontato questo argomento con varie lezioni, cercando di capire il vero significato di questa parola. Ne abbiamo sentito parlare sin dalle elementari ed è alle medie che ci siamo resi conto di quanto è importante conoscere questo argomento. Abbiamo imparato che esistono vari tipi di bullismo, dalle semplici offese al cyber bullismo, e molte persone ne sono vittime. Concluso l'argomento abbiamo fatto un tema dove dovevamo rispondere alla lettera di un ragazzo/a vittima di bullismo che ci chiedeva consigli per affrontare la situazione che stava vivendo. Vi presentiamo due elaborati scritti da noi.

Tommaso P., Mirco P., Santinu S.


Alà dei Sardi, 19 novembre 2018

ti scrivo questa lettera perché credo di avere un grosso problema: sono ormai varie settimane che il gruppo di Giovanni, Antonio e Carlo mi hanno preso di mira e non mi lasciano in pace. La mia vita sta diventando un incubo: a scuola, quando vado in bagno, c'è sempre qualcuno di loro che mi impedisce di entrare, spesso mi rubano la merenda e mi prendono in giro, umiliandomi anche davanti ai miei compagni. L'ultima cosa terribile è che mi hanno fatto una foto di nascosto e l'hanno pubblicata su Facebook scrivendo sotto dei commenti molto offensivi, sono disperato! Ultimamente, poi, mi hanno "convinto" a dargli il telefonino. Ai miei genitori ho detto una bugia, ho detto che l'ho perso, mi hanno sgridato e non credo che me ne ricomprino un altro...accidenti! Cosa penserebbero di me se sapessero che questi ragazzi mi stanno obbligando a dare loro anche i miei soldi? Se non porto tutti i miei risparmi mi picchieranno. Ho paura di uscire e non riesco neanche a studiare. Non so cosa fare. Mi sento solo. Sai, ogni tanto mi viene voglia di urlare a tutti questo mio disagio ma non ce la faccio. Vorrei urlare alla banda di Carlo che non capisco per quale motivo si divertano a torturarmi, che gusto c'è a prendere in giro una persona? Perché non mi lasciano in pace?

Devi sapere che questi episodi li ho raccontati solo a te, perché mi fido e so che saprai consolare la mia disperazione, che saprai darmi consigli utili per mettere fine al mio incubo. Tu cosa faresti al mio posto? Come ti comporteresti? Ti prego, non lasciarmi da solo ad affrontare questo problema, io da solo non ce la faccio.

Per favore, mi puoi rispondere al più presto? Aspetto con ansia la tua risposta come un assettato aspetta un bicchiere d'acqua fresca.

T.V.T.T.T.B

Il tuo amico Donato 

P.S. Scusami, a causa della mia preoccupazione non ti ho nemmeno chiesto se stai bene e se ci sono novità. Me le racconterai nella tua lettera, vero? Grazie ancora per la tua amicizia. 


                                                                                                                               Alà dei sardi 19/11/2018

Carissimo Donato,

all'inizio ero così scioccato che non riuscivo a prendere carta e penna per scrivere! Io ti scrivo questa lettera da vero amico, per quanto ho letto è un problema serio. Ti vorrei dare una spiegazione, loro hanno pubblicato la tua foto su Facebook, o ti hanno rubato il telefonino solo per il fatto che si sentono soli. Hai visto che nell'entrata della scuola tutti giochiamo a pallone e chiacchieriamo e loro tre se ne stanno seduti soli soletti e nessuno parla con loro? Sembra che sono invincibili! Ah, ah, ah. Ti stavano torturando solo per farsi notare e per dimostrare agli altri che loro sono i più forti, in modo che tutti stiano insieme a loro. Se continui di questo passo, a non dirlo ai tuoi genitori, il loro sogno si avvererà, cioè avere tanti amici e il tuo no perché continueranno a torturarti sempre di più. Sono contento che hai avuto il coraggio di confrontarti con qualcuno e sono più contento che ti sei confidato con me. Se fossi stato in te avrei avvisato al più presto i miei genitori o anche i professori! Qualunque persona, basta che mi desse una mano in qualche modo. Ti prego dillo ai tuoi genitori e io ti starò accanto, e ricordati di non restare muto come un pesce.

T.V.T.T.B

Il tuo amico Tommaso

P.S. comunque io sto bene e se ti serve aiuto, ricordati che ci sono sempre 

Tommaso P.

                                                                     


Alà dei Sardi, 19 novembre 2018

Carissima

ti scrivo questa lettera perché credo di avere un grosso problema: sono ormai varie settimane che il gruppo di Giovanna, Antonella e Carla mi hanno preso di mira e non mi lasciano in pace. La mia vita sta diventando un incubo: a scuola, quando vado in bagno, c'è sempre qualcuna di loro che mi impedisce di entrare, spesso mi rubano la merenda e mi prendono in giro, umiliandomi anche davanti ai miei compagni. L'ultima cosa terribile è che mi hanno fatto una foto di nascosto e l'hanno pubblicata su Facebook scrivendo sotto dei commenti molto offensivi, sono disperata! Ultimamente, poi, mi hanno "convinta" a dar loro il telefonino. Ai miei genitori ho detto una bugia, ho detto che l'ho perso, mi hanno sgridato e non credo che me ne ricomprino un altro...accidenti! Cosa penserebbero di me se sapessero che queste ragazze mi stanno obbligando a dare loro anche i miei soldi? Se non porto tutti i miei risparmi mi picchieranno. Ho paura di uscire e non riesco neanche a studiare. Non so cosa fare. Mi sento sola. Sai, ogni tanto mi viene voglia di urlare a tutti questo mio disagio ma non ce la faccio. Vorrei urlare alla banda di Carla che non capisco per quale motivo si divertano a torturarmi, che gusto c'è a prendere in giro una persona? Perché non mi lasciano in pace?

Devi sapere che questi episodi li ho raccontati solo a te, perché mi fido e so che saprai consolare la mia disperazione, che saprai darmi consigli utili per mettere fine al mio incubo. Tu cosa faresti al mio posto? Come ti comporteresti? Ti prego, non lasciarmi da sola ad affrontare questo problema, io da sola non ce la faccio.

Per favore, mi puoi rispondere al più presto? Aspetto con ansia la tua risposta come un assettato aspetta un bicchiere d'acqua fresca.

T.V.T.T.T.B

La tua amica Beatrice 

P.S. Scusami, a causa della mia preoccupazione non ti ho nemmeno chiesto se stai bene e se ci sono novità. Me le racconterai nella tua lettera, vero? Grazie ancora per la tua amicizia.

                                                                                                                                     Alà Sardi 19/11/2018

Carissima Beatrice

Sono molto dispiaciuta per la tua situazione, sono rimasta sorpresa dalla tua lettera e penso proprio di avere la risposta alla tua domanda: se hai bisogno di me io ci sarò sempre e comunque! Quest'anno sono entrata alle medie, anche un'altra mia amica ha vissuto la tua stessa situazione. Non devi viverla come un incubo, devi farti aiutare dalle persone che sono presenti o che secondo te possono aiutarti, come me! Quando ti impediscono di entrare in bagno, quando ti rubano la merenda e quando ti prendono in giro, tu devi raccontare tutto alla professoressa, perché lei saprà come aiutarti. Per quella storia di Facebook non devi lasciar perdere, riferisci tutto ai tuoi genitori, parenti o nonni, perché quell'atto è una cosa illegale, non possono permettersi di postare una foto su Facebook, non possono rubarti il cellulare, non possono prenderti i soldi, ma soprattutto non devi dire ai tuoi genitori bugie, perché prima o poi lo scopriranno e non penso che si fiderebbero più di te. Non devi picchiare, ma soprattutto non devi farti picchiare, tu devi essere libera di fare ciò che vuoi, esci quando vuoi e non sentirti mai e poi mai sola, perché ci sono io! Hai voglia di urlare il tuo problema? Urlalo! Devi farcela. Chiedi a quella banda di bulletti perché ti prendono in giro o che gusto c'è a prendere in giro una persona, perché non so come aiutarti. Mi fa piacere che mi hai raccontato questa cosa e mi fa piacere che mi hai scritto. Comunque sto molto bene, e tu? Spero che mi risponderai al più presto!

T.V.T.T.T.T.B

Da Asia


Asia T.


Il miracolo di essere unici


Quando una persona ne ferisce un'altra offendendola o umiliandola per il diverso colore della pelle o altre caratteristiche che la rendono "diversa", questo viene chiamato razzismo. Noi della I B abbiamo discusso varie volte in classe di questa tematica e l'abbiamo approfondita con la lettura del libro Il razzismo spiegato a mia figlia. Questo testo parla di una conversazione tra un padre e la propria figlia che vuole sapere che cos'è il razzismo e per questo gli pone delle domande. Durante la lettura del libro fatto dalla professoressa noi abbiamo preso appunti sull'argomento. In seguito, divisi in gruppi, abbiamo dovuto costruire dei testi sul problema del razzismo attraverso la scrittura alternata. Ve li presentiamo qua sotto. 

                                                                                                              Tommaso P., Santinu S., Mirco P.


Il 26 gennaio, il giorno prima della Giornata della Memoria, a scuola abbiamo visto un film sul razzismo. Io e i miei compagni siamo rimasti molto colpiti, non erano immagini forti; ma era come se fossimo là, nel lontano 1940. Il film parlava di due sorelline molto piccole, Andra e Tatiana Bucci, deportate nei campi di concentramento con la madre, la nonna, il cugino e la zia. Una volta arrivati sono stati separati: la nonna è stata portata ai forni crematori, le due mamme sono state portate in un capannone, mentre le due sorelle e il cuginetto in una grande stanza. Purtroppo il cugino non uscì mai dai campi di concentramento, mentre le sorelle ritrovarono la propria famiglia. Il film ha scatenato tante emozioni all'interno del nostro cuore. Più si cercava di capire che emozioni ti stavano "divorando", più esse si mescolavano. Sempre sul discorso del razzismo la professoressa ci ha presentato un libro: Il razzismo spiegato a mia figlia che abbiamo letto in classe. Parla di un padre che spiega alla propria figlia, che lo sommerge di domande, il significato della parola razzismo.

La parola razzismo richiama a un tipo di discriminazione che mette da una parte i più deboli o quelli che hanno culture o un colore della pelle diversa e colloca al vertice un'unica "razza". Alcune conseguenze del razzismo sono: l'odio, la discriminazione, l'isolamento e la violenza. È importante ricordare per far sì che tutto quell' errore non possa di nuovo accadere. "Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli". Queste sono parole vere, parole che ci dovrebbero entrare nella testa e non dimenticare più, queste parole sono state pronunciate da un uomo vero, un uomo americano che ha "rivoluzionato" la storia, un uomo che purtroppo è stato assassinato, un uomo di nome Martin Luther King. Dobbiamo ricordarci anche un'altra sua celebre frase: "dobbiamo imparare a vivere insieme come fratelli o periremo come stolti". A volte si pensa di essere superiori agli altri solo perché si è diversi. Io voglio essere me stessa, non voglio essere un modello prestabilito, è questo che ci rende unici e inimitabili. Pensiamo a un mondo dove tutti siamo uguali, dove tutti abbiamo gli stessi pregi e gli stessi difetti, che noia, che mondo sarebbe?! Dio ci ha creato per essere noi stessi, non per essere superiori. Per esempio a volte l'uomo pensa di essere superiore alla donna, ma c'è una frase che ci ricorda Shakespeare: "la donna uscì dalla costola dell'uomo... non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata." Dobbiamo ricordarci che noi siamo perfetti come siamo, io sono "un miracolo unico e inimitabile" come ci ricorda Tahar Ben Jelloun l'autore del libro letto in classe.

Il razzismo è presente, ma si sta combattendo perché venga abolito, penso che la cosa giusta per combatterlo sia non sentirsi superiori, accettandoci tutti con i nostri pregi e difetti. Il mondo senza razzismo sarebbe un mondo migliore, le persone vivrebbero con serenità e amore. Senza razzismo sarebbe tutto più bello, tutto diverso.

Niccolò P., Asia T. 

Che cos'è il razzismo? A volte mi chiedo cosa sia il razzismo e cosa lo può causare. Mi fermo e penso... ci sono molte persone al mondo tutte diverse tra loro, molte di queste non accettano le diversità del prossimo deridendole, offendendole e insultandole. Chi si comporta così viene chiamato razzista. Purtroppo esistono tante persone razziste, probabilmente hanno influenzato il loro pensiero a vicende facendo scatenare un "virus del pensiero". Molti vogliono farci vedere che la religione ci rende diversi ma in realtà siamo tutti uguali seppur non appartenenti alla stessa religione. La religione non ci differenzia anzi ci fa capire che siamo tutti uguali. Penso di non far parte di questa categoria di persone, non mi sento diverso rispetto alle persone che si differenziano da me sia fisicamente che culturalmente. Ognuno di noi è unico e inimitabile. A farmi riflettere e a trovare queste considerazioni mi hanno aiutato i film che ho visto in classe. Per esempio Race il colore della vittoria che parla di un ragazzo di colore andato a Berlino per studiare. Fin dal primo giorno veniva deriso per il colore della sua pelle e le sue doti di atleta non venivano per niente valorizzate. Alcuni hanno capito che il colore della sua pelle non influenzava la sua bravura e hanno dovuto mettere da parte i pregiudizi. Mi sono immedesimato in Race perché, per esempio, nelle corse so di non essere bravo quanto gli atleti di colore ma lo sono anche io, a mio modo, più che altro spero di essere bravo a non cadere nella tentazione di discriminare gli altri perché diversi da me.

Mirco P., Sofia M., Tommaso P. 

Nel libro "il razzismo spiegato a mia figlia" lo scrittore cerca di spiegare, in modo molto semplice, cosa vuol dire il razzismo ed essere razzista. Ci ha colpito il fatto che sia stato scritto da un marocchino che vive a Parigi. Il libro ci spiega che il razzista è una persona ottusa che non capisce le qualità dello straniero il quale, infatti, viene visto come colui che minaccia la tranquillità portando via il lavoro. Il razzista cerca di giustificare il suo pensiero dando spiegazioni scientifiche facendo credere che lo straniero appartenga ad una razza inferiore. Un' altra cosa che ci ha colpito particolarmente è quando si parla delle religioni. In generale queste non sono razziste, si basano sulla fratellanza e sull'uguaglianza, ma ci sono delle persone razziste che sono pronte a uccidere persone di altre religioni perché ne hanno paura, non capiscono che bisogna rispettare le altre religioni e che è importante avere rispetto delle idee altrui. Il razzismo si è manifestato in tanti modi: attraverso l'antisemitismo cioè con il tentativo di annientare l'intera popolazione ebraica o l'apartheid in Sudafrica dove i neri sono stati separati dai bianchi. Il razzista è un pericolo per gli altri ma è anche una vittima di se stesso, è una persona aggressiva che ha pregiudizi e giudica gli altri prima di conoscerli. L'autore ci spiega che l'uomo, per sua natura, non può amare tutti, ma è chiamato a rispettare il prossimo nella sua dignità umana. La lotta contro il razzismo deve esserci ogni giorno, non bisogna discriminare le persone diverse perché la diversità è una cosa positiva in quanto ci arricchisce tutti. Ad Alà dei sardi vivono molte persone che provengono dalla Romania, dall'Albania, dal Brasile, dall'Africa, dalle Filippine e da Cuba e fanno parte totalmente del nostro paese. Sono persone simpatiche, tranquille, ci piace conoscere le loro abitudini e i loro pensieri molte volte diversi dai nostri.

Gavino M., Luca G.

 Parlare di razzismo vuol dire affrontare un tema d'attualità molto caldo. Il razzismo è una forma di odio nei confronti del diverso per cui ogni differenza viene considerata come dannosa. La vita ci insegna come le diversità siano un valore aggiunto: se tutti fossimo uguali non conosceremmo idee diverse dalle nostre, non sapremmo nemmeno dell'esistenza di culture diverse. Capiremmo così che la diversità, in quanto tale, non può essere inferiore. Le culture più lontane e diverse dalla nostra non devono essere temute, ma capite perché si può sempre imparare qualcosa da chi è diverso da noi. Il razzismo non ha base scientifica e tende a isolare le persone arbitrariamente, proprio per questo sono stati creati i ghetti. Il razzista è colui che giudica la gente prima di conoscerla e la disprezza semplicemente perché diversa da lui, fa credere che gli uomini sono diversi; questo modo di pensare nasce dalla paura e dall'ignoranza e spesso crea la bestialità e l'aggressività che porta queste persone a intromettersi in maniera esagerata nella vita degli altri. Spesso si usa la religione per spingere una persona a odiare ciò che non si conosce e questo è profondamente ingiusto. Ci sono tanti termini che ruotano intorno al razzismo: antisemitismo, genocidio e xenofobia che è la paura nei confronti dello straniero. Tutte queste parole hanno creato delle grandi tragedie nel corso della storia e noi speriamo che non si ripetano più. Non esistono razze ma un unico genere umano all'interno del quale possono esserci tante differenze esattamente come non esistono due impronte digitali identiche perché ogni dito ha la propria impronta, unica e irripetibile.

Santinu S., Valentina C.

Secondo noi per eliminare il razzismo occorrerebbe partire dal principio che la razza è unica: quella umana. È una profonda ingiustizia cacciare qualcuno e separarlo da un gruppo per la sua diversità. Se l'uomo sprigiona i propri pregiudizi razzisti, per contrastare questa cosa si può intervenire dicendo che l'ignoranza del razzista alimenta la paura e che quindi prima di parlare bisogna pensare. Il razzista ha dei pregiudizi perché a sua volta ha sofferto, è stato sicuramente vittima di qualcosa; aggredisce lo straniero o chiunque è diverso credendo di essere superiore. Gli uomini diventano razzisti perché sono alimentati dall'ignoranza e spesso questo porta a essere violenti nei confronti di chi è diverso, magari delle persone di colore. Il razzista crede di essere libero ma è prigioniero delle sue contraddizioni. Secondo noi le cose possono cambiare se capiamo che tutti siamo uguali e se prendiamo consapevolezza del fatto che credersi superiori a qualcun altro porta a delle conseguenze terribili.

Simone L., Angelica D.

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